Chi sono io?
Sono una fisioterapista, psicologa ma soprattutto una psicomotricista.
Ho frequentato il corso triennale di specializzazione in Pratica Psicomotoria e poi il corso biennale sull’Aiuto Psicomotorio Individuale presso l’Istituto per la Formazione e la Ricerca Applicata (I.F.R.A.) di Bologna.
Ho iniziato il mio percorso lavorativo presso l’Istituto Medico Psico-Pedagogico di Toirano con bimbi e
ragazzi con disabilità psico-fisica.
E’ stato un percorso difficile perché il contatto con la disabilità rimette in gioco tutto il proprio “sapere
accademico” ma soprattutto mette in discussione tutte le certezze e porta a capire che l’incertezza,
l’ascolto e il desiderio di conoscere sono la base del proprio lavoro ma anche della propria vita. Incertezza
quindi come stimolo per la scoperta e per far nascere il desiderio di mettersi continuamente in discussione.
Questo desiderio di mettermi in discussione e di scoprire nuove realtà mi ha portato a cambiare sede
lavorativa, sempre presso l’ASL 2 Savonese ma nel dipartimento di Salute Mentale, più precisamente nel
Centro dei Disturbi Alimentari e dell’Adolescenza di Santa Corona.
Un luogo dove i corpi mostrano la loro sofferenza, corpi simili e diversi tra loro, dove il vuoto, la paura e la sofferenza invadono tutto lo spazio. Ho avuto la fortuna di poter condividere uno spazio e un tempo con il gruppo dei ragazzi, l’ora e mezza settimanale dedicata alla ricerca di un corpo soggetto e un luogo dove il non giudizio e il rispetto sono la cornice alla scoperta di sé stessi, delle proprie paure, dei propri vuoti.

Da questa esperienza è nata la mia tesi di Laurea Magistrale in Psicologia (diventata libro) “Incontrare il corpo”, si descrive brevemente la storia e la teoria del corpo ma poi si occupa soprattutto di percorsi personali, di danze, di distanze e vicinanze, di crescite e di crisi, di confidenze e di disegni, ma soprattutto di corpi che diventano persone.

Il mio lavoro che sia legato alle parole che legato alla stretta relazione mente/corpo si basa sull’ascolto.
Ascoltare è stare in relazione con l’altro, è interessarsi, condividere, intrecciare la propria storia con quella di un altro, è soprattutto prestare attenzione alle emozioni e a quegli sguardi che rispondono di corpo e di pancia.
Ma ascoltare è anche sentire: sensazioni che il corpo ascolta come movimenti, vibrazioni, emozioni, presenze di assenze, ascolti vissuti all’interno di un momento di relazione. “E’ corpo quando sente, quando parla con il suo linguaggio antico, quando ascolta con la distanza, con la presenza e con l’assenza, il neonato ascolta la sua mamma con il tono della voce che lo culla, con le braccia che lo accolgono, con il movimento dell’altro che lo accompagna nello spazio da conoscere e la sua pelle, che ascolta, assapora il linguaggio dell’altro, riconosce la presenza anche con la distanza quando lo spazio che lo allontana dalla tranquillità è riempita dalla voce che lo rassicura e lo fa sentire vicino e dallo sguardo che lo tocca e lo avvolge, il suo corpo si sente vicino ai sensi dell’altro.”

Il mio curriculum